L’articolo seguente è stato scritto, qualche anno fa da Suzy Strutner su Huffington Post USA e tradotto da Milena Sanfilippo
“Non siamo antisociali, siamo diversamente sociali”. Gli introversi interagiscono col mondo in modo diverso.
Mentre le persone estroverse si sentono rigenerate quando chiacchierano con gli amici ad una festa, ad esempio, la stessa esperienza scarica la batteria interna del soggetto introverso facendogli avvertire il bisogno di una pausa.
Se anche tu sei introverso, può risultare difficile credere che queste tendenze vengano comprese. Non preoccuparti, l’illustratrice Debbie Tung di Where’s My Bubble? Sdrammatizza sul tuo modo di agire in queste vignette semplicemente adorabili.
Trovo le vignette esilaranti!
Anche se personalmente non riesco a scherzarci molto su perché, per coloro che sono veramente introversi/asociali quanto descritto nelle vignette è riduttivo.
Le persone introverse/asociali escono distrutte da una serata in compagnia, completamente svuotate anche se non hanno proferito parola alcuna.
La guerra interiore inizia nel momento in cui li invitano o decidono, per non sentirti in colpa, di partecipare ad un evento.
Da quel momento in avanti fino all’evento, l’ansia aumenta in un crescendo rossiniano.
Cominciano a percorrere tutti i vari passaggi da fare per arrivare alla serata/evento.
La prima domanda: cosa mi metto? che stress adesso devo pensare a come vestirmi e poi continuano; guardano l’itinerario e cominciano a pensare se quel giorno ed a quell’ora ci può essere confusione, se c’è parcheggio, perché prendere i mezzi pubblici è fuori discussione, non c’è lo spazio vitale! e poi continuano: chi c’è all’evento? e se non mi trovo bene? che scusa posso trovare per andare via? ma varrà la pena andarci? ho del lavoro che potrei fare per portarmi avanti così da essere più scarico nei giorni successivi; e se quel tempo lo dedicassi ad approfondire quell’argomento che ho in sospeso da tempo immemore?!!
Oddio, dovrò anche parlare! che argomenti queste persone vorranno affrontare? e se cominciano a parlare di argomenti detesto?
Boh, a limite mi metto in un angolo ed aspetto che passi un ragionevole tempo prima di andarmene.
Ed intanto fanno la lista dei pro e contro inserendo gli aspetti più disparati.
Durante questo periodo non c’è spazio per nient’altro, sono completamente assorbiti.
Semmai dovessero riuscire a recarti all’evento saranno in condizioni pietose ed in estremo ritardo per, in caso le cose dovessero mettersi male, avere poco tempo da doverci rimanere. Il più delle volte, senza rendersene conto, riescono ad arrivare talmente in ritardo che l’evento è finito.
E così arrivano alla fine dell’evento e passano i giorni successivi a pensare.
Se è andato male si odieranno perché tutto ciò che avevano pensato si è verificato, avranno passato la serata a ripeterti: cosa ci faccio qui con questa gente? chi sono? come posso parlare con loro? e di cosa? e quindi si ripropongono di non ricadere più nell’errore, tanto la gente non può darti nulla e tutto quello di cui hai bisogno è dentro di te.
Se va bene, allora cominciano a pensare che hanno fatto bene, che devono rifarlo, che il mondo non è solo pieno di gente inutile e che ha ragione Spinoza quando dice che ” non esistono uomini soli ma gruppi più o meno folti di uomini” che sono stati bene con quella/e persona/e, che esistono persone con cui è piacevole ed interessante confrontarsi e così via.
Fino a quando scoprono che, in realtà, 90/100 non li sopportavano più con i loro discorsi fuori dal comune e non verranno mai più invitate e semmai dovessero cercare un successivo contatto con chicchessia, questi si è dileguato.
E quindi ricominciano a colpevolizzarsi!
E questo ciclo continua dalla notte dei tempi e finirà solo con la fine del loro tempo!
ELO